Si chiamano Hygroscope e Pad Hygroskin i due padiglioni “meteorosensitive” progettati da Menges Achim dell’Institute for Computational Design, Università di Stoccarda, in collaborazione con i colleghi Oliver David Krieg e Steffen Reichert.
Ciò che accomuna i due padiglioni è il fatto che la loro struttura e funzionalità si basa sui principi della biomimetica, osservando la natura come fonte di ispirazione e, in particolare, la proprietà igroscopica del legno, la sua capacità cioè di regolare l’umidità nell’ambiente, di assorbire le molecole d’acqua dall’aria circostante in ambienti secchi e di rilasciarle se l’aria è umida.
Architettura ecosostenibile ha dedicato un’interessantissimo articolo a queste due strutture, di cui vi riportiamo alcune loro principali caratteristiche:
. Pad Hygroskin pavilion
Caratterizzato da una struttura in acciaio rivestita da pannelli concavi in abete rosso, Pad Hygroskin pavilion presenta una forma molto dinamica. La struttura è suddivisa da 28 riquadri in cui, in ognuno di essi, è presente un foro circolare che permette alla luce di penetrare al suo interno. Queste aperture sono formate da una struttura reticolare e da una serie di petali sottili triangolari in compensato, per un totale di 1100 fogli.
L’involucro del padiglione, sfruttando le proprietà igroscopiche del materiale, fa sì che i fogli si chiudano se l’umidità è alta e si riaprano quando la temperatura interna aumenta. Si ottiene così un sistema sensibile che si apre e si chiude in modo autonomo in risposta ai cambiamenti del tempo, senza alcun consumo di energia.
. Hygroscope pavilion
Hygroscope pavilion, sfrutta lo stesso principio di Pad Hygroskin, ma presenta una struttura molto più complessa. Esposto in mostra permanente al Centre Pompidou, i progettisti hanno creato due copie identiche inserite in due teche di vetro. In una vengono simulate le condizioni climatiche di Parigi, mentre nell’altra vengono riproposti i livelli di umidità presenti all’interno del museo.
Si tratta di un sistema complesso costituito da 4000 elementi in legno di acero, ognuno dei quali unico per forma e dimensione, fabbricati digitalmente. I petali di ogni apertura si aprono in modo differente a seconda delle variazioni di umidità, dell’orientamento delle fibre, delle dimensioni e dello spessore, dando vita a forme sempre diverse che rispondono ai cambiamenti, dai più impercettibili ai più evidenti, delle condizioni climatiche.
Leggi di più su Architettura ecosostenibile
Condividi:
Ricerche simili