I ricercatori del Lawrence Livermore National Laboratory e UC Santa Cruz hanno creato i primi supercondensatori stampati in 3D, utilizzando un grafene aerogel ultraleggero. La tecnologia potrebbe migliorare notevolmente l’accumulo di energia negli smartphone, nelle auto elettriche e nei sensori wireless.

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La creazione dei supercondensatori, in realtà, risale alla fine del 1950, tuttavia, questo metodo resta ancora il meno comune per l’accumulo di energia per i dispositivi elettrici portatili, a beneficio delle batterie che forniscono energia attraverso reazioni chimiche che avvengono tra due elettrodi e una sostanza chimica chiamata elettrolita. I condensatori (quelli non super) operano invece in modo completamente diverso, usando l’elettricità statica (elettrostatica) per immagazzinare energia. Essi forniscono anche alcuni vantaggi rispetto alle batterie, come il peso inferiore e il fatto che non contengono sostanze chimiche nocive o tossine.
I supercondensatori differiscono dai condensatori, essendo dotati di piastre conduttive molto più grandi che sono immerse in un elettrolita, facendo dei supercondensatori una specie di ibrido condensatore-batteria. Questo significa, in termini pratici, una capacità molto superiore rispetto ai condensatori normali, e la possibilità di essere utilizzati per fornire rapide cariche e scariche in un’ampia gamma di applicazioni, ad esempio all’interno di veicoli e ascensori, in cui sono utilizzati per la frenatura rigenerativa e lo stoccaggio di energia a breve termine.

Ebbene, il team LLNL ha stampato in 3D con successo degli innovativi supercondensatori, utilizzando un inchiostro composto da grafene e ossido e il processo di stampa 3D chiamato scrittura a inchiostro diretta (DIW). I supercondensatori stampati in questo modo, sono in grado di trattenere l’energia ad un livello simile a quelli realizzati con elettrodi da 10 a 100 volte più sottili. I risultati completi dello studio sono stati pubblicati su Nano Letters, il 20 gennaio.

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Dal momento che supercondensatori possono caricare incredibilmente rapidamente rispetto alle batterie, l’ingegnere Cheng Zhu, autore principale della pubblicazione e il suo team sono convinti che i loro supercondensatori stampati in 3D potrebbero, in un futuro prossimo, essere usati per creare una nuova generazione di dispositivi elettronici che non potrebbero essere realizzati con altri metodi sintetici e che includerebbero smartphone completamente personalizzati e dispositivi basati su carta o addirittura pieghevoli.

Stiamo sperimentando un possbile matrimonio tra la stampa 3D e i materiali porosi“, ha detto lo scienziato di biomedica Fang Qian, un co-autore della ricerca. “Pensate a un supercondensatore leggero, compatto e ad alte prestazioni da usare come dispositivo di energia portatile, quindi tutto ciò che ha bisogno di energia elettrica trarrebbe beneficio da un tale supercondensatore. Significherebbe un cambiamento radicale “.

scientists-use-graphene-based-inks-3d-print-ultralight-supercapacitors-3Per stampare i supercondensatori speciali, il team ha utilizzato l’inchiostro a base di grafene per la sua leggerezza, elasticità e per la conducibilità elettrica superiore rispetto ad un inchiostro a base di carbonio. Il grafene contribuisce anche alla stabilità dei supercondensatori, conservando la capacità di energia anche dopo 10.000 ricariche consecutive e cicli di scarico.

Nel corso dei prossimi dodici mesi, il team prevede di sviluppare nuovi progetti in 3D che utilizzano inchiostri diversi e che miglioreranno le prestazioni dei materiali esistenti.

credits: 3ders.org

By Categories: NotiziePublished On: 16 Marzo, 2016

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