Partendo da un processo fermentativo attuato da colture simbiotiche si è ottenuto un biofilm di nanocellulosa, materiale ottenuto in modo del tutto naturale a zero impatto ambientale sia nella produzione che nello smaltimento, che corrisponde strutturalmente a cellulosa pura – come quella ottenuta dagli alberi. Questo materiale presenta caratteristiche interessanti per le proprietà capacitive e meccaniche che lo classificano come elemento interessante per il design.
Il processo ottenuto tramite l’utilizzo di sostanze fermentanti ha permesso l’identificazione di brodi di coltura ottimali anche tra le sostanze di scarto delle filiere agrifood e vitivinicole.
L’ottimizzazione della ricetta viene determinata considerando un rapporto proporzionale dei macrocostituenti. I biofilm ottenuti rappresentano un materiale di eccezionale versatilità, costituendo nanofibrille di cellulosa pura, utili in moltissimi campi.
Le nanofibrille prodotte tendono a compattarsi in un unico foglio di cellulosa in superficie. I campi di applicazioni di questo materiale sono differenti:
- Design: rivestimento di oggetti di arredo o capi di abbigliamento, poiché la caratterizzazione del materiale ha dimostrato che strutturalmente può essere paragonato al cuoio.
Per tale motivo è stato sviluppato il primo prototipo di capo di abbigliamento
- Sensoristica: questo materiale risulta capacitivo, per cui potrebbe essere impiegato per differenti oggetti di arredo che comprendono sensori in casa
- Biomedica: il ramo più complesso che si sta cercando di intraprendere. La trama permette di inglobare principi attivi che potrebbero essere rilasciati nel tempo, per cui si potrebbero creare delle bende curativi o semplicemente contenenti principi attivi impiegati nel campo della cosmesi per maschere facciali.
Concludendo, la nanocellulosa è un materiale d’ innovazione totalmente biologico con studi ancora in atto per ottenere sempre nuove prospettive di applicazione.
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