Immaginare, progettare, disegnare e realizzare il futuro. È l’obiettivo del corso professionale per “Designer esperto in fabbricazione digitale”, il primo nel suo genere certificato dalla Regione Campania, che partirà presso il Centro per l’Artigianato Digitale di Cava de’ Tirreni e sarà curato da Medaarch, dando la possibilità di una abilitazione alla professione valida in tutta Italia. Un corso che, lo scorso anno, ha fatto emergere le storie di ragazzi come Ivan Noto e Mattia Tagliaferri, che hanno realizzato progetti che immaginano un futuro più sostenibile.
La storia di Mattia
Mattia a 18 anni ha lasciato il Trentino-Alto-Adige per raggiungere Cava de’ Tirreni e seguire il corso. “Sono partito dagli scarti prodotti proprio dalle stampanti 3D per progettare e realizzare oggetti di arredo. Lavorando in Medaarch, per la tesi ho realizzato un processo produttivo per riciclare gli scarti prodotti dalle stampanti 3D. Dai rifiuti sono arrivato ad un prodotto finito, utilizzando un processo economico, poco ingombrante e veloce. Il risultato finale è uno sgabello-tavolino realizzato in tre pezzi, con pochi materiali, stampo in acciaio e dal design semplice e funzionale. Il tutto – conclude Mattia Tagliaferri – in ambienti nuovi, innovativi che mi hanno arricchito umanamente e professionalmente”.
La storia di Ivan
Grazie a software di intelligenza artificiale, Ivan ha invece ideato le città del futuro, completamente immerse nella natura, ad impatto zero, per combattere le attuali emergenze ambientali: “Dopo una prima parte di pura ricerca sullo stato attuale, machine learning e intelligenza artificiale, ho sfruttato alcuni software già esistenti ai quali ho chiesto di ripensare le città – spiega Gioacchino Ivan Noto – creando nuovi concept di urbanistica, in cui l’uomo cerca di risolvere alcune delle tematiche come deforestazione, desertificazione e innalzamento dei mari, attraverso una commistione tra urbano e biologico. Dunque, il corallo è finito all’interno di strutture, sono nate case di sabbia nel deserto ed è venuto fuori il progetto di una città immersa in un tronco dell’albero”. Una versione di futuro anche di Venezia con l’acqua alta che è stata possibile progettare “grazie al corso che dà veramente la possibilità ai designer del futuro di poter testare sulla propria pelle cosa significhi progettare, sbagliare, imparare dagli errori e soprattutto – aggiunge Ivan – usare macchinari come le stampanti 3D, esperienze che neanche in ambito universitario si possono affrontare”. Ivan si dice “felice di aver scelto un percorso così innovativo, diretto da persone altamente professionali. Grazie a Medaarch sono riuscito a maneggiare strumenti di fabbricazione digitale e programmi di design computazionale, che probabilmente diventeranno non solo il futuro ma il prossimo standard nel campo della progettazione”.
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