A Napoli c’è un posto il cui nome è tutto dire: Borgo Orefici, si chiama. È un luogo antichissimo, quasi incantato, fatto di botteghe artigiane che rappresentano la storia di questo piccolo centro dove le tecniche si tramandano di padre in figlio e l’arte del fare si respira ovunque.
È proprio in questo borgo che Micol Ferrara ha deciso di mettere su il suo vivace laboratorio trasformando quella che era una passione coltivata nei momenti liberi, in un vero e proprio lavoro: il disegno e la realizzazione di oggetti.

Subito dopo la laurea magistrale in architettura, Micol crea un suo studio dove poter sperimentare con diversi attrezzi e macchinari differenti materiali come cemento, tessuto, resine, creta, smalti e metalli e, concentrando la sua attenzione sul design del gioiello, crea la linea Mic design.

La tradizione è il suo importante punto di partenza: “Attratta dalla materia e dai modi in cui essa può essere lavorata mi avvicino alla ceramica prima e al metallo poi, con un approccio tradizionale. Così, sperimentando le tecniche della tradizione ne apprezzo molti aspetti e creo le mie prime collezioni.”, dice Micol “Penso che l’artigianato tradizionale sia importante per conoscere la storia di un luogo, per tracciare un percorso dove il passato ci insegna da dove veniamo. Ma cosa dire dei giorni nostri? Come confrontarci con un’offerta tecnologica sempre più avanzata e un mercato estremamente esigente? Credo che si debba trovare un punto di incontro tra design, tecnologia e artigianato in modo da garantire la sopravvivenza di questi settori, la qualità, il confronto e l’arricchimento reciproco in una prospettiva di “digital handmade” per allargare il repertorio di forme e materiali e per ridurre i tempi di produzione.”.

E questo punto di incontro tra design, tecnologia e artigianato Micol comincia a trovarlo intraprendendo percorsi di innovazione. Nell’ottica di un bisogno di ricerca e sperimentazione che inglobi ma allo stesso tempo vada oltre i confini delle tecniche tradizionali partecipo alla D.Re.A.M Academy di Città della Scienza dove, attraverso diversi focus, ho conosciuto e fatto mia quella che è la manifattura digitale”.

Grazie al master in digital manufacturing gli scenari per Micol si ampliano. La ricerca e la collaborazione trasversale tra saperi diversi diventano le basi del progetto. I software e i macchinari per la prototipazione 3D, la milling machine, gli scanner 3D ma anche gli attrezzi più tradizionali dell’artigianato diventano giusti alleati per ottenere obiettivi di ricerca e progettazione.

Per gli artigiani svolgere un percorso di Innovazione può arricchire e aprire la mente a nuove opportunità, dal punto di vista tecnico e progettuale, prima magari neanche immaginate.” afferma con convinzione oggi Micol. “Durante la Maker Faire Rome 2018, grazie ai macchinari e alle competenze del Centro Per l’Artigianato Digitale, ho stampato modelli 3D di alcuni gioielli in resina fondibile con una stampante SLA. La resina fondibile può poi direttamente andare in un cilindro di fusione con l’antico metodo della cera persa. Alcuni lavori hanno dimostrato quindi come con la prototipazione 3D il risultato fosse molto più preciso anche con dettagli di dimensioni molto ridotte e soprattutto come i tempi di realizzazione fossero minori rispetto allo stesso lavoro svolto manualmente.”.

Oggi Micol si rivolge al digitale o all’artigianale o alla combinazione dei due con molta libertà, a seconda degli obiettivi da raggiungere e del progetto da compiere.

Alcuni lavori in metallo, utilizzando la tecnica della cera persa, prendono ispirazione da segni urbani o della natura. Affascinata dal dialogo tra vento, mare e rocce Micol realizza la collezione Erosioni che si arricchisce sempre di nuovi spunti essendo un dialogo per sua essenza in continua trasformazione.
Sono, invece, i pieni e i vuoti, i volumi architettonici, le luci e dalle ombre, al centro del suo progetto Genius Loci, una collezione di micro spazi da vivere e indossare.

E poi c’è Tangere, una collezione giocosa composta da pezzi tutti diversi che vogliono coinvolgere il tatto, un senso inusuale per i gioielli.

Non manca poi la collezione gioielli interattivi chiamati External Lungs e realizzati insieme a Giuliana Califano, grazie alla guida della designer Anouk Wipprecht: “I prototipi stampati in pla e dotati di sensori che, attraverso Arduino, percepiscono diversi livelli di gas nell’aria e come output, a seconda dei livelli, accendono led fino ad arrivare a segnali di allarme sonoro.”

In altro progetto, con la guida di Daniel Bolojan, Micol ha introdotto il coding per la generazione formale di un gioiello. Grazie alla combinazione di un modello 3D di anello realizzato in blender e un codice realizzato in Eclipse, agent systems in un sistema parametrico hanno dato vita a interconnesioni molto complesse.

Insomma, il percorso d’innovazione permette a Micol di spingersi oltre, addirittura di sfruttare i campi di forze magnetiche per generare in maniera parametrica forme plasmabili sul corpo, creando così la collezione Generazioni magnetiche.

Grazie alla simulazione digitale su scansioni 3D di busti ho capito il funzionamento delle forze e la loro previsione formale tanto da rendere possibile poi una sperimentazione fisica mirata a quei risultati ritenuti più interessanti nella simulazione. Creo condizioni simili alle simulazioni per posizionare le forze nel campo elettromagnetico e utilizzo materiali additivati magneticamente.” racconta Micol. Questo approccio è gestibile sia dagli artigiani come se fosse un software generativo analogico che modella la materia a seconda degli input forniti (posizionamento, distanze e intensità delle forze del campo), sia dai digital makers attraverso la simulazione digitale e le tecniche di produzione digitale.

Questo progetto, grazie alla applicabilità con moltissimi materiali ( come ad esempio resina, silicone, bioplastica, polimer clay..) e alla sua natura sia digitale che analogica può essere un punto di incontro tra il mondo del design digitale e quello dell’artigianato. Potendo utilizzare anche materiali additivati allo stato liquido senza essere vincolati a forme predefinite, ma avendo la libertà di cambiare input e scegliere risultati diversi in corso d’opera, la forza magnetica supera quella di gravità..

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By Categories: Case Study, NotiziePublished On: 12 Novembre, 2018

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