Rethink 2024: 21 cose urgenti da riprogettare
Le 21 cose urgenti da riprogettare nel 2024. Un elenco abbastanza serio delle cose più impellenti da ripensare: dai seggiolini per l’auto al sistema dei crediti universitari, cose piccole e grandi che risolvono insignificanti drammi quotidiani e vuoti sistemici del paese.
Alcuni di questi spunti sono stati presi dalla nostra rete, come ad esempio quello dell’eliminazione dei timesheet, altri dalla nostra personale condizione di vita, altri venuti fuori come temi dei nostri lavori. Se ne avete altre potete segnalarcele.
- Il lavoro degli ausiliari per il traffico. Non so voi ma la collezione di multe che ho racconta 2 cose: la prima è che non ho imparato ancora a diminuire l’uso dell’auto. La seconda è che quasi tutte le amministrazioni vivono ancora di questa risorsa. Io sarei, però, disposto a versare la stessa cifra che pago annualmente in multe (e nel mio caso non è cosi piccola) per vedere gli ausiliari del traffico non impegnati in un lavoro di controllo che non ha nessun impatto. Magari invece potrebbero essere utilizzati per accompagnare gli anziani a fare la spesa? O i bambini a scuola? Insomma, in lavori socialmente utili con un valore molto più alto rispetto al semplice gesto di inserire un foglio di carta sotto un tergicristallo. Spostiamo il controllo alla tecnologia e il valore all’uomo.
- Ripensiamo in verde le aule. Perché non dotare ogni classe di piante e verde? Lo so che in molte ci sono già, ad opera di professionisti e docenti illuminati. In generale, però, potrebbe essere standardizzata la presenza del verde. Non solo piante rigogliose per ossigenare e rendere più piacevole l’ambiente ma anche piante aromatiche o facili da coltivare per insegnare ai bambini il rispetto per la natura e le basi dell’orticoltura. Un piccolo giardino in aula che diventa parte delle lezioni di scienze o di vita pratica.
- Sistema di Ricompensa per il Riciclaggio diffuso. Un’idea interessante è quella di incentivare il riciclaggio, come nel caso della metropolitana di Pechino che consente ai passeggeri di pagare il biglietto con bottiglie di plastica. Questo sistema potrebbe essere adattato per incentivare il riciclaggio in luoghi pubblici, bus, treni, librerie, etc., riducendo il rifiuto e promuovendo comportamenti sostenibili.
- Supporto Didattico Innovativo per i genitori e i nonni. L’uso di codici a barre su compiti scolastici che, una volta scansionati, portano a video didattici su YouTube creati dai docenti, è un ottimo esempio di come la tecnologia possa essere utilizzata per migliorare l’esperienza educativa per i genitori e i parenti che accompagnano i ragazzi nel difficile mondo dei compiti a casa.
- Ripensare la pubblicità nei siti di notizie. Più fastidio che utilità. Pensateci: quanti di noi chiudono la pagina invece di cliccare su quell’annuncio lampeggiante? Ecco l’idea: mostrare ai responsabili marketing dati concreti. Studi che dimostrano come i pop-up riducano il tempo di permanenza sul sito e aumentino il tasso di abbandono delle pagine. Cosa ne dite di una presentazione con grafici e percentuali, magari durante un caffè informale? “Guardate questi numeri, amici del marketing, meno pop-up potrebbe significare più lettori fedeli!”
- Ripensare la questione della nascita zero. Riflettiamoci: mentre la nostra popolazione invecchia, ci sono persone altrove che cercano una nuova vita. “Hai bisogno di una mano? Io cerco un futuro per questo paese.” Se canalizzassimo i flussi migratori, non solo risponderemmo al bisogno di nuove energie lavorative, ma creeremmo anche un melting pot culturale. Con il cambiamento climatico e i conflitti, questa sinergia potrebbe diventare ancora più cruciale. “Apriamo le porte, costruiamo un domani insieme.” Un approccio che potrebbe trasformare una sfida demografica in un’opportunità di crescita e diversità.
- Il sistema di finanziamento per start-up. Pensa a una banca dove non si depositano soldi, ma ore di lavoro. Professionisti di ogni settore, dai CFO ai grafici, versano ore della loro expertise in questa banca unica. Le start-up, invece di chiedere soldi, prelevano ore di lavoro specializzato. “Ho bisogno di un grafico per 10 ore”, e la banca “paga” il grafico con le ore accumulate. Una rete che finanzia idee innovative non con denaro, ma con tempo e competenze. Un investimento diretto nel tessuto imprenditoriale del futuro, dove il capitale è il talento.
- Ridisegniamo le notizie: empatiche e sfumate. E se le notizie fossero progettate attorno all’empatia e alla complessità anziché ai punti di vista polarizzati? Un mondo dove l’informazione incoraggia la comprensione e il dialogo, non il disaccordo. Una proposta che ci invita a ripensare il modo in cui consumiamo e condividiamo le informazioni.
- Eliminazione dei timesheet (liberamente tratta da un post di Antonio Pescapè). “L’idea che si possa controllare un sistema come l’Università con i TS è una roba che mi manda fuori di testa. Un sistema che, peraltro, non funziona (e non da ora) più in un modo che è “rendicontabile” con il TS…. Senza contare lo spreco di fondi pubblici per compilare i TS: ho stimato (per difetto) in circa 2 milioni di euro (stima che non considera il lavoro lato ministero e tutto il resto a contorno) il budget annuale speso dalle università per la compilazione dei TS considerando un impegno degli atenei italiani al 10% (stima per difetto).”
- Inventiamo degli Indicatori di Maturazione per Frutta: Proprio come alcuni avocado hanno etichette con un grafico a colori per indicare il grado di maturazione, questa idea potrebbe essere estesa ad altri frutti. Questo aiuterebbe i consumatori a scegliere la frutta al punto giusto di maturazione, riducendo gli sprechi alimentari.
- Ridisegniamo l’attesa al telefono: perché non trasformarla in un’esperienza piacevole? Immaginate se, anziché la solita musica d’attesa, le aziende offrissero brevi podcast informativi, quiz interattivi, consigli utili o racconti brevi. “Sei in attesa? Impara qualcosa di nuovo o divertiti con un aneddoto curioso!” Questo potrebbe trasformare i minuti di attesa in momenti di apprendimento o di svago, rendendo quasi piacevole l’attesa al telefono.
- Ripensiamo l’accessibilità nelle biblioteche pubbliche. Le biblioteche potrebbero offrire lettori di libri elettronici pre-caricati con una vasta gamma di titoli. Questo ridurrebbe la necessità di stampare copie fisiche dei libri, promuovendo al contempo la lettura e l’accessibilità a un’ampia varietà di opere.
- Riprendiamo il disegno di arredi relazionali: panchine comunitarie nelle periferie. E se ogni quartiere periferico avesse delle panchine speciali, non solo per sedersi, ma progettate per incoraggiare la conversazione e l’interazione interculturale? Panchine circolari o con sedute che si guardano, magari con piccole scacchiere integrate, per promuovere momenti di socialità e gioco tra i residenti. Il gioco è sempre la soluzione.
- Cestini della Spazzatura con Quiz. E se i cestini pubblici avessero piccoli quiz o fatti interessanti su di essi? Ogni volta che qualcuno butta qualcosa, impara qualcosa di nuovo. Un modo divertente e interattivo per incoraggiare la raccolta dei rifiuti e diffondere la conoscenza.
- Ridisegniamo piccole connessioni tra natura e cultura. Creare percorsi nei parchi dove, a intervalli regolari, ci sono punti di ascolto con brevi racconti o poesie. Camminare o correre in mezzo alla natura mentre si ascoltano storie o poesie potrebbe trasformare l’attività fisica in un’esperienza culturale arricchente.
- Ripensiamo gli spazi per il lavoro. Co-working per genitori. Ma è cosi difficile pensare a spazi di co-working con kindergarten (asili) all’interno? L’Italia non è un paese per genitori, questo è noto. Dunque, integrare gli spazi dedicati al lavoro con funzioni di supporto alla genitorialità troverebbe sicuramente mercato fertile. Potrebbero essere implementati con servizi mensa per la pausa pranzo fatta insieme ai propri figli.
- Ripensiamo i centri commerciali. Perché non trasformarli in centri di relazione? “Comprare è bello, ma incontrarsi è meglio”. Immagina una quota di spazio in ogni centro commerciale dedicata a luoghi di socializzazione, dove le persone possono partecipare a workshop, corsi di cucina, gruppi di lettura. “Non solo shopping, ma anche scambio di esperienze e conoscenze“. Un modo per rendere gli spazi commerciali non solo luoghi di consumo, ma anche centri di vita comunitaria e di crescita culturale.
- Distributore automatico di storie brevi. Questi distributori potrebbero essere situati in punti strategici come parchi, stazioni ferroviarie, o fermate degli autobus, offrendo ai passanti una breve pausa di evasione letteraria. Con la semplice pressione di un pulsante, la macchina stamperebbe un racconto breve o una poesia, fornendo un momento di riflessione e piacere nella lettura durante l’attesa. Questo concetto non solo incoraggia la lettura e la diffusione della letteratura, ma offre anche una nuova modalità di interazione culturale nel tessuto urbano, trasformando momenti spesso vuoti in opportunità per arricchire la propria giornata.
- Rivediamo le relazioni tra cittadini e pubblica amministrazione. Un matrimonio che ha bisogno di un po’ di terapia. “Impariamo a comunicare meglio, ci capiremo di più”. Penserei ad organizzare incontri, quasi come sedute di terapia, dove la coppia, dirigente e cittadino, può esprimere le proprie aspettative e preoccupazioni. “Parliamoci chiaro, senza filtri: tu non mi hai mai sopportato”. Al di là del gioco, questo potrebbe creare un dialogo aperto e onesto, ristabilendo quella fiducia indispensabile per una comunità coesa che riconosca difficoltà, impellenze della cosa pubblica. Un modo per riavere fiducia nelle istituzioni è capire che a rappresentarle sono comunque persone. Una relazione solida per una società migliore.
- Ridisegniamo le spiagge e chi le gestisce. Non solo spazi per ombrelloni e sdraio, ma luoghi di bellezza e armonia. Non immagino la moda degli stabilimenti, ma perché non ispirarsi all’architettura di Alvaro Siza per le strutture balneari? Immagina luoghi che si integrano con il paesaggio, creando un’esperienza più poetica e rispettosa della natura. “Meno sdraio, più fascino naturale.” Un approccio che valorizza la bellezza delle coste, offrendo spazi di relax che celebrano piuttosto che sopraffare il loro ambiente. Ripensiamo a chi affidare la gestione delle coste oltre che a come farlo.
- Sedie con Porta Borse/Valigie. Includere nei sedili di luoghi pubblici, come ristoranti o sale d’attesa, dei supporti integrati per borse o valigie può aumentare la comodità e la sicurezza degli utenti, riducendo il rischio di furto e liberando spazio sul pavimento.
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