A più di un anno dall’inizio della pandemia, la Scuola non è ancora tornata a una situazione di normalità. Anche se la DaD ha permesso di mantenere le relazioni educative e di garantire agli studenti di continuare il loro percorso di studio in un momento di chiusura totale, le testimonianze di diversi stakeholder della Scuola riportano le numerose difficoltà nella gestione e applicazione della DaD.

Dopo aver esaminato il punto di vista di dirigenti e docenti sull’utilizzo ormai prolungato della DaD, abbiamo voluto dare voce anche ai genitoriMamme e papà alle prese con impegni lavorativi e faccende domestiche, costretti a reinventarsi insegnanti per i loro figli, in particolare per quelli più piccoli.

In che modo la DAD, ad un anno dalla sua introduzione, ha influenzato la loro quotidianità? Lo abbiamo chiesto a R., mamma di due figlie frequentanti rispettivamente la scuola primaria e quella secondaria di primo grado, e a J., mamma di due figli frequentanti la scuola dell’infanzia e scuola primaria nonché lavoratrice a tempo pieno.

Buona lettura!

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Grazie alle piattaforme digitali ormai note a tutti, ma mai realmente considerate prima dell’emergenza Covid, l’anno scolastico non si è fermato ed è stato possibile, in questi mesi, far proseguire a bambini e ragazzi il percorso di apprendimento. Quali sono le tue considerazioni sulla didattica a distanza? Quali i pro e i contro dopo un anno di lockdown?

R: Come per lo scorso anno scolastico, il “pro” che ravviso è rappresentato dalla continuità didattica. I contro, invece, sono legati alla difficoltà del momento: i bambini e i ragazzi sono ormai stanchi. In realtà, lo sono tutti gli attori del mondo scolastico! Sono convinta che la DAD debba essere utilizzata solo per reali situazioni emergenziali e non per tempi lunghi.

J: Sicuramente il pro della didattica a distanza riguarda la possibilità di proseguire con le lezioni e di mantenere un contatto sociale con professori e compagni. Il contro che persiste ancora oggi è l’aver trasportato le metodologie proprie della didattica in presenza anche nella didattica a distanza: questa situazione, secondo me, rende gli alunni dei semplici spettatori passivi, in quanto non vengono utilizzati degli strumenti che rendano le lezioni realmente interattive.
Mia figlia, infatti, che frequenta la seconda elementare, attiva maggiormente la sua attenzione solo nel momento in cui è chiamata ad interagire per lo svolgimento di un esercizio.

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Come valuti le azioni messe in campo dall’Istituto frequentato da tuo/a figlio/a, nella gestione e nell’organizzazione della DaD?

R: Io ho una figlia frequentante la scuola secondaria di primo grado e un’altra frequentante la scuola primaria. Per entrambe, le azioni messe in campo dai rispettivi Istituti sono state e continuano ad essere ottime, in particolar modo per quanto riguarda l’utilizzo delle nuove tecnologie. Le insegnanti sono sempre a disposizione con tutti gli strumenti di cui hanno disponibilità, ad esempio le piattaforme Argo e Classroom.

J: I miei figli frequentano rispettivamente la scuola dell’infanzia (non statale ma privata) e la scuola primaria. Per gli alunni della scuola dell’infanzia è stata attivata la LEAD (Legami Educativi a Distanza): un collegamento di circa 45 minuti con un gruppo di 6/7 alunni attraverso la piattaforma Martina, realizzata dal team Sautech che combina insegnamento, interazione e divertimento.
In generale, reputo che l’organizzazione di entrambi gli Istituti frequentati dai miei figli è buona anche se non condivido in toto il mantenimento dell’orario pieno nella scuola primaria, in quanto ciò implica una mia presenza costante dalle 8:30 fino alle 13:30 circa.

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Qual è oggi il punto di vista di tuo/a figlio/a a seguito del susseguirsi della DaD e al suo alternarsi con momenti didattici in presenza? Quale il suo stato d’animo?

R: Anche entrambe le mie figlie credono che la DAD non vada bene per periodi lunghi e soprattutto non apprezzano questa alternanza tra momenti in presenza e momenti a distanza. In particolare, per quanto riguarda la primogenita, ormai adolescente, lo stato d’animo non è buono. Credo che gli adolescenti, in generale, stiano soffrendo di più.

J: Attendono con ansia il momento del ritorno. Un anno fa, erano più contenti di stare a casa con i genitori. Oggi, invece, avvertono la stanchezza e la mancanza dei compagni.  Inoltre, vivono con maggiore trauma i prolungamenti delle chiusure perchè, se viene detto loro che la scuola riaprirà quel determinato giorno, loro si aspettano che sia vero. 

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Dal congedo parentale “Covid” allo smart working, passando per il bonus “Baby Sitter”: hai usufruito degli aiuti statali messi in campo, per poter gestire al meglio i tuoi impegni (casa, lavoro, figli)?  Qual è il tuo punto di vista sulle iniziative messe in campo dallo Stato con l’obiettivo di apportare un aiuto concreto alle famiglie, specialmente quelle più numerose?

R: Io non lavoro per cui non usufruisco di aiuti statali. Ho la fortuna di assicurare ad entrambe la mia presenza costante.

J: Io mi sono organizzata con lo smart working, grazie alla possibilità che mi è stata data dall’azienda in cui lavoro. Non ho usufruito, quindi, di altri aiuti statali. Purtroppo il mio lavoro ne ha risentito però, al tempo stesso mi sento di ringraziare il mio datore di lavoro per il supporto.

Se potessi, cosa consiglieresti al nuovo Ministro dell’Istruzione, dott. Bianchi?

R: Dico semplicemente “Riapertura scuole”! Le scuole devono avere ormai la priorità. In altri Paesi gli istituti scolastici sono aperti, nonostante abbiano una situazione epidemiologica peggiore della nostra. Qui in Italia, invece, la DAD dura ormai da un anno.

J: So che è difficile ma dovrebbe riuscire a valutare le singole realtà, città per città. Ad esempio, nel mio Paese, le scuole sono ben organizzate e strutturate e riescono a gestire il distanziamento tra gli alunni. Inoltre, dovrebbero valutare nuovi strumenti di didattica a distanza, più a misura di bambino. La DAD, con Skype o Classroom, va bene per i ragazzi delle scuole secondarie di primo e secondo grado ma non per quelli della scuole dell’infanzia e primarie.

Cosa ti auguri per il futuro del mondo scolastico?

R: Mi auguro che la scuola riapra presto con le dovute cautele. Andrebbe bene anche la presenza in percentuale ridotta, in particolare negli Istituti Superiori o per le classi maggiormente sovraffollate. 

J: Mi auguro che si torni presto alla didattica in presenza. Questo non vuol dire dimenticare quello che è stato fatto e i nuovi strumenti utilizzati e, anche, apprezzati: il digitale non è un avversario dell’educazione ma un giusto supporto che va a rafforzarla. 

 

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By Categories: Case Study, NotiziePublished On: 6 Aprile, 2021

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