Si chiama Waterscope il nuovo microscopio stampato in 3D, realizzato dagli scienziati dell’Università di Cambridge, che può essere utilizzato per rilevare la presenza di batteri nell’acqua.
Il dispositivo è costituito da un microcontrollore Arduino e da un Raspberry Pi, un calcolatore a basso costo, implementato su una sola scheda elettronica. Le potenzialità di questo piccolo computer dal design ultra-compatto erano già state riconosciute e utilizzate per la realizzazione di game-boy, ma grazie al progetto, messo a punto da questo gruppo di ricerca, questa volta servirà a scopi ben più importanti.
L’obiettivo degli scienziati è infatti quello di utilizzare questo microscopio stampato in 3D per testare la presenza di batteri nell’acqua nei paesi in via di sviluppo, dove sono ancora diffusissime malattie di natura batterica come il colera, la dissenteria, la febbre tifoide.
L’innovativo progetto è in open-source, liberamente fruibile da tutti attraverso Github, un servizio di hosting per progetti software, e aperto alle implementazioni di altri studiosi, che i ricercatori di Cambridge incoraggiano: “Saremmo ben lieti che il nostro progetto cogliesse l’attenzione di altri studiosi, interessati a collaborare con noi. È in gioco un obbiettivo cruciale: questo microscopio, debitamente approntato, potrebbe salvare tantissime vite umane”.
I vantaggi che proverrebbero dall’utilizzo di questo dispositivo stampato in 3D sono infatti molteplici: innanzitutto, il microscopio ha un costo di gran lunga inferiore a quello di dispositivi con le medesime funzionalità; può essere fabbricato in tempi rapidi, assemblato e gestito da chiunque, previa una formazione di base. Inoltre, i ricercatori sono convinti che questo microscopio possa trovare moltissime altre applicazioni, oltre il testing dell’acqua.
“Waterscope ha il potenziale per consentire una vasta gamma di esperimenti che sono impossibili con gli attuali microscopi a basse prestazioni, a causa delle dimensioni significative, del costo elevato, e dei tempi di analisi dei campioni dell’acqua. Questi microscopi di ricerca necessitano infatti di giorni o settimane per effettuare le analisi, che devono avvenire in ambienti asettici, come le cappe di aspirazione o gli incubatori, o attrezzature sterili usa e getta“, spiegano i ricercatori. “Al contrario, il nostro microscopio è economico, veloce e semplice da costruire”.
Attualmente, Waterscope viene testato da Oxfam, una confederazione internazionale con sede nel Regno Unito, specializzata in aiuti umanitari e progetti di sviluppo per i paesi più poveri o colpiti da calamità. Infatti, prima di poter essere utilizzato su larga scala, il microscopio deve riuscire a rispettare gli standard dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che prevedono la capacità di rilevamento di un singolo batterio di Escherichia coli in un quantitativo d’acqua pari a mezzo bicchiere. Un risultato, questo, che speriamo di potervi raccontare presto!
fonte: www.3ders.org
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